Per capire quale sarà il futuro della mobilità sostenibile, elettrica o a biogas che sia bisogna partire dalla crisi del motore endotermico alimentato a combustibili fossili per intenderci diesel e benzina visto che, quelli a Gpl e gas naturale, sono solo una piccola frazione.
La situazione è insostenibile a livello ambientale specialmente in Europa, dove le aree di crisi, in Italia l’intera Pianura Padana e i grandi centri urbani, sono sempre più pressate dalle poveri sottili, i PMx, l’Ozono e gli NOx. E non basta. Gli endotermici a combustibili fossili sono “pressati” anche sotto al profilo industriale dalle sempre più stingenti normative per la qualità dell’aria.
In Europa abbiamo applicato i limiti Euro 6, mentre negli Usa l’Epa, se non la depotenzierà il Presidente Donad Trump, ha messo da tempo sotto osservazione il settore delle autovetture, con particolare attenzione verso il diesel. Il motore a gasolio, infatti, è una piccola parte della motorizzazione a stelle e strisce, circa il 2%, ma lo è per circa la metà di quella europea, con la punta italiana del 55%. Una scelta fatta negli anni 90, da parte del Vecchio Continente, questa che potrebbe essere un duro colpo all’industria automobilistica europea, ma anche una grande opportunità.
I limiti dopo l’Euro 6, infatti, saranno industrialmente insostenibili per il motore a gasolio, con dei costi industriali di oltre 2.500 euro ad autovettura cosa che metterà automaticamente fuori mercato le auto di piccola cilindrata alimentate a gasolio. Sarà la Caporetto del diesel, che del resto è già nell’aria.
I sindaci di molte città, infatti, prevedono sempre maggiori restrizioni agli autoveicoli diesel arrivando in alcuni casi, e non solo in Pianura Padana, al blocco di automobili pagate decine di migliaia di euro, con solo due anni di vita, come nel caso degli Euro 4. Ma in Europa si stanno delineando orizzonti foschi per la mobilità che usa combustibili fossili.
La Norvegia, per esempio, ha pianificato dal 2025 il divieto di vendita di auto a motore endotermico, cosa che fissa il phase out dal petrolio verso il 2035, ma già oggi prevede una tassazione molto pesante sui motori a benzina e petrolio. L’Olanda segue a ruota e ha deciso, recependo la direttiva comunitaria Dafi, di vietare la commercializzazione del motore a gasolio e a benzina dal 2035, mentre in Germania alcune regioni particolarmente asfissiate dallo smog hanno chiesto al Governo centrale di vietare la vendita dei motori aalimentati a combustibili fossili dal 2030. E la Germania è il colosso dell’area Ocse nella produzione di auto.
Nel frattempo a Bruxelles si vocifera, tra mille contraddizioni, circa il fissare una data unica per i 27 paesi membri per il bando delle autovetture inquinanti, alimentati a combustibili fossili. Insomma l’orizzonte del complesso e inquinante motore a combustione interna sembra ormai segnato.
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