La rete elettrica e quella rete informatica sono sempre più connesse è ciò aumenta in maniera esponenziale i rischi d’attacchi informatici alla rete di distribuzione nazionale dell’elettricità, con conseguenze anche gravi. Il pericolo è riportato nel nuovo report della Commissione Europea “Cyber Security in the Energy Sector” e si va dai black out molto grandi a scenari inquietanti visto che le smart grid connettono, non solo piccoli impianti, ma centrali nucleari, oleodotti, gasdotti e sistemi di rigassificazione, oltre alle tecnologie di produzione di energia da fonte rinnovabile.
Nel 2016 gli attacchi informatici alle infrastrutture critiche in Italia, tra cui quelle dell’energia, sono aumentati del 15% rispetto al 2015 e hanno avuto come obiettivi quelli di compromettere e controllare i dispositivi di controllo delle reti, magari come primo passo per attacchi più complessi e più in profondità della rete elettrica.
Oppure per inserire dati di traffico contraddittori, modificarli o cancellarli allo scopo di indurre decisioni sbagliate nei sistemi di risposta, o ancora acquisire informazioni private sui dati degli utenti e sabotare il sistema di comunicazione ed elaborazione dei dati per ritardarlo o mandarlo in tilt. Ed anche l’eolico è esposto a questo rischio con conseguenze che si possono ripercuotere sul singolo operatore, con rischio di perdite economiche dovute all’interruzione dell’attività.
«È necessario intensificare i sistemi di sicurezza dei dispositivi informatici legati ai sistemi di gestione e manutenzione delle turbine eoliche, dei sistemi Scada, che nella maggior parte dei casi non sono stati creati per il web e risultano quindi obsoleti e più soggetti ad infiltrazioni di hacker», afferma Davide Astiaso Garcia, segretario generale dell’Anev, l’associazione nazionale energia del vento.
Il tema è stato affrontato durante la tavola rotonda “I problemi di cybersecurity per il settore energia”, che si è tenuta a Milano in occasione del Security Summit. «Il rischio di perdere ore di vento e di produzione va limitato, migliorando la tecnologia e favorendo la collaborazione tra operatori», ha aggiunto Garcia, al quale ha replicato Simone Togni, presidente dell’Anev, «il miglioramento delle rete di trasmissione elettrica nazionale e l’introduzione di soluzioni smart, ha rappresentato un grande traguardo per il settore eolico e per le rinnovabili tutte.
E a tale indispensabile sinergia tra rete elettrica, rete informatica e tecnologie di produzione elettrica da fonti rinnovabili, va aggiunta – sottolinea Togni – una maggiore accortezza nella gestione dei sistemi, affinché si perfezioni del tutto il processo di evoluzione del sistema energetico in direzione smart».
Ma non si tratta solo di grandi impianti e grandi reti. Il sistema elettrico si potrà hackerare a breve anche attraverso gli apparati che utilizzano l’energia elettrica, come gli elettrodomestici collegati in rete tramite l’Internet of the Things. A breve, infatti, ogni dispositivo elettrico, non solo elettronico sarà dotato di un indirizzo Ip univoco che lo interfaccerà per diversi utilizzi alla rete. L’auto elettrica, per esempio, potrà essere usata, durante la sosta, per il bilanciamento di rete.
Oppure il distributore d’elettricità potrà assumere il controllo, sempre che gli utenti lo vogliano, degli elettrodomestici per ottimizzarne l’utilizzo durante i periodi i minor costo dell’energia. O ancora attraverso la rete elettrica potrebbero arrivare i dati meteo necessari alla ricarica del proprio sistema d’accumulo in maniera di fare fronte a una settimana nuvolosa durante la quale l’impianto fotovoltaico magari non riesce a coprire il fabbisogno stimato. Il mondo dell’elettricità si trasformerà sempre di più in un universo di servizi, guidati dai dati. Con un aumento della fragilità informatica.
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