Diario di una biblioteca. Inizio

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Libri. Sono dovuto arrivare a 53 anni e c’è voluta la morte di mio padre per farmi capire quanto siano stati importanti i libri nella mia esistenza e c’è una biblioteca di mezzo. Quella di Pino, mio padre che è morto all’improvviso all’età di 79 due anni fa, il 2 febbraio del 2012, proprio nella sua casa, tra i suoi volumi. Un’abitazione letteralmente foderata di libri. E questa è la cronaca di un passaggio, da una generazione a un altra non solo di un patrimonio culturale, ma di una conquista, individuale e collettiva – perchè i libri hanno molti autori – ma sopratutto perchè questi libri, raccolti in anni di attività politica, di studio e di ricerca, sono in gran parte frutto delle mobilitazioni collettive, dei sogni sociali di riscatto degli umili e dei più deboli della generazione cresciuta nel dopoguerra. I miei nonni non erano acculturati nel senso che giudichiamo oggi, ma sapevano comunque leggere e far di conto, al contrario di miei bisnonni entrambi analfabeti, e sapevano che per assicurare il loro ulteriore riscatto sociale, concretizzabile nel loro unico figlio Pino, avrebbero dovuto usare la cultura. E lo fecero, a modo loro. Lavorando duro e assicurando a Pino l’accesso alla cultura, quella dei migliori dell’epoca nel collegio della borghesia piemontese del dopoguerra: Valsalice di Torino. E qui comincia la mia storia di questa biblioteca.

Il sito di Pino Ferraris

Su Twitter: #storiabiblioteca

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