Sono uno shock i dati del centro studi statunitense Climate Central, diffusi come contributo al vertice Onu sul clima di Parigi, la Cop21 che riunirà dal 30 novembre all’11 dicembre i rappresentanti di 195 nazioni. Le analisi dell’ONG mostrano che, anche contenendo entro i 2 gradi l’aumento della temperatura globale rispetto ai livelli pre-industriali, i risultati per diverse grandi metropoli del globo saranno gravi. Le emissioni globali di gas serra potrebbero portare a enormi aumenti del livello delle acque e alla conseguente scomparsa delle più belle coste, comprese quelle italiane. Proiettando i dati delle emissioni attuali, entro fine secolo la temperatura globale aumenterebbe di 4° C, provocando così la scomparsa dei terreni abitati da 4,7 milioni di persone in Italia. Limitare il riscaldamento globale al 2° C entro il 2100, obiettivo del COP21, limiterebbe il rischio a “soli” 2,9 milioni.
«Questo report evidenzia come l’aumento del livello del mare, associato a diversi limiti di riscaldamento globale nel lungo termine, alle popolazioni e alle terre colpite, sia “locked in” ovvero fisso, inevitabile. – afferma Jean-Pascal van Ypersele,Professore di climatologia e scienze ambientali all’Università cattolica di Louvain in Belgio ed ex vicepresidente dell’Ipcc – Esso mostra chiaramente la differenza che ci sarebbe per i nostri discendenti, se i responsabili politici nel prendere le loro decisioni, prestassero attenzione alle conseguenze nel lungo periodo. Il report ci ricorda anche che qualora riuscissimo a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 ° C (o 2.7F) il livello del mare continuerebbe comunque ad aumentare di oltre 4 metri, nel lungo termine. Nell’ipotesi dei 4 ° C (7.2F) le acque potrebbero raggiungere gli 11 metri». Più in generale lo studio afferma che evitare totalmente l’aumento del livello delle acque è ormai impossibile, ma che un’ambiziosa azione climatica può ridurre questi impatti notevolmente. A livello globale i 4° C permetterebbero al mare di sottrarre territori abitati da un numero di persone che attualmente varia dai 470 ai 760 milioni di persone. Con l’obiettivo di Parigi dei 2° C insieme all’attuazione di ambiziose strategie volte alla mitigazione del clima, i territori sottratti dal mare diminuirebbero considerevolmente, riducendo il numero di persone colpite da tale effetto a 130 milioni.
«Nonostante la mobilitazione senza precedenti per il clima, un aumento del riscaldamento globale e gli effetti che questo comporta saranno inevitabili. – ha detto Camilla Born, ricercatrice senior al think thank ambientale E3G – Eventi meteorologici estremi indotti dal cambiamento climatico come l’uragano Sandy, il tifone Haiyan e la siccità del Sahel manifestano chiaramente la nostra attuale vulnerabilità. Questo nuovo studio di Climate Central dimostra come un ulteriore aumento della temperatura globale porterà ad un aumento pericoloso del livello delle acque marine che minacceranno popolazioni costiere in tutto il mondo.
Siamo ormai in ritardo per adattarci alla nuova “normalità” dell’instabilità climatica. L’accordo di Parigi deve trasformare il nostro modo di affrontare i rischi climatici, risorsa per costruire resilienza e proteggere i più vulnerabili» A rischio cittá come Mumbai e Shanghai, New York, Miami e New Orleans nei soli Stati Uniti, e altre aree in Brasile e in Egitto). Un incremento entro i 2 gradi, livello massimo per cui la comunitá internazionale si sta mobilitando, metterebbe a rischio causa l’innalzamento delle acque marine 280 milioni di abitanti del pianeta, che salirebbero a oltre 600 milioni se i gradi di aumento dovessero essere quattro. In conclusione lo studio evidenzia che il paese piú colpito potrebbe essere la Cina, con 145 milioni di persone che vivono in aree costiere la cui sicurezza sará resa problematica in futuro da un incremento termico sotto i 4°. Delle 10 megalopoli piú esposte dell’Asia, infatti, quattro sono cinesi ossia Shanghai, Tianjin, Hong Kong e Taizhou, che complessivamente hanno 44 milioni di abitanti.