Vanno in pensione le vecchie etichette per l’efficienza energetica. Non parliamo di modi di essere desueti, ma delle etichette energetiche che hanno indicato negli ultimi venti anni i consumi energetici degli oggetti che ci circondano ogni giorno. A spedirle negli archivi è stata l’innovazione.
Da tempo, infatti, le lettere e i colori erano supportate da una serie di + che erano diventate eccessive e facevano venir meno le funzione d’immediatezza e semplicità che ne avevano caratterizzato la nascita. Il motivo di tutto ciò è semplice. Quando furono create le etichette non si prevedeva che l’efficienza negli utilizzi finali potesse raggiungere i livelli di oggi. I frigoriferi, per esempio,oggi consumano il 60% in meno rispetto a venti anni fa, e le lampadine l’80%.
Ovvio quindi che anche le etichette debbano aggiornarsi e qualche buona notizia arriva da Bruxelles. Durante la notte di martedì 21 marzo i negoziatori del Parlamento Europeo, guidati dal relatore Dario Tamburrano (M5S), e quelli del Consiglio UE hanno raggiunto l’accordo informale sul nuovo regolamento che prevede, tra le altre cose, la creazione di un database relativo ai prodotti coperti da etichettatura con una gran quantità di dati ricercabili ed aperti.
Le etichette potranno contenere un QR code, un link o altri simili per permettere l’immediato accesso al database anche attraverso un telefonino. In definitiva sarà possibile verificare molti dati sul consumo degli elettrodomestici direttamente nel punto vendita e fare i confronti del caso prima di acquistare l’elettrodomestico, oggetto dei nostri desideri.
La nuova frontiera dell’efficienza energetica
«Diventerà così possibile nell’UE lo sviluppo di applicazioni per smartphone analoghe a quelle già in uso ad esempio in Australia, che consentono agli acquirenti di fare confronti immediati fra i diversi modelli e di scegliere quello che offre il maggiore risparmio rispetto alle abitudini personali di impiego. – riassume Tamburrano – È la nuova frontiera dell’efficienza energetica: non solo consumare poca energia, ma fare anche in modo di consumarla quando ne viene prodotta di più, per contribuire al bilanciamento della rete elettrica nella quale viene immessa una crescente quantità di energia proveniente da fonti rinnovabili, per loro natura discontinue».
Quest’ultima possibilità sarà un opzione possibile visto che i fabbricanti avranno inoltre la facoltà di inserire sulle etichette relative all’efficienza energetica un logo che indica la capacità dell’apparecchiatura di essere “smart”, cioè di essere gestibile in automatico e da remoto, per mettersi in funzione quando l’energia elettrica costa meno o è disponibile in maggiore quantità.
La nuova etichetta rappresenterà l’efficienza energetica tramite una scala univoca con le lettere dalla A alla G e dai colori dal verde al rosso, mentre ora esistono fino a 9 scale diverse che per alcuni prodotti va da A+++ a D, in altri da A a G, in altri ancora da A++ a E.
La babele dell’efficienza energetica
Insomma una babele di etichette. Tra un’apparecchiatura di classe A ed un’apparecchiatura di classe A+++ può esserci la stessa differenza che passa fra un’apparecchiatura di classe D e un’apparecchiatura di classe A. Un labirinto per l’efficienza energetica nel quale è difficile orientarsi.
Le nuove etichette saranno applicate prima di tutto ai prodotti che ora hanno il maggiore affollamento di “+”: frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, televisori, lampadine ed entro il 2019 dovrebbero cominciare ad arrivare nei negozi. L’accordo informale deve essere confermato dai 28 Stati UE e successivamente dall’assemblea plenaria del Parlamento Europeo e il nuovo regolamento sulle etichette entrerà direttamente in vigore in tutti gli Stati UE, senza bisogno di essere trasposto nelle legislazioni nazionali, con il Parlamento Europeo avrà il controllo delle fasi di attuazione.
Le etichette relative all’efficienza energetica e l’ecodesign, ossia all’introduzione progressiva di criteri più severi di produzione, consentiranno un risparmio energetico stimato dalla Commissione europea in 175 Mtep all’anno entro il 2020: grosso modo la quantità di energia consumata in un anno dall’Italia.
Ossia circa 36 miliardi di euro in tre anni, 12 l’anno, che rimarranno nelle tasche dei cittadini europei, con l’efficienza energetica. E questo provvedimento, infine, potrebbe essere un passo importante dopo la perdita di fiducia nel sistema europeo di etichettatura conseguente allo scandalo Volkswagen sulle emissioni auto, da parte dell’opinione pubblica.
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