Informazione ambientale: politica senza energia

Ambiente, clima,ed energia sono stati i grandi assenti di questa brutta campagna elettorale 2018 che non ha visto i temi ambientali

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Quella del 4 marzo è stata una campagna elettorale pessima per energia, clima e ambiente. Questi argomenti, infatti, erano presenti in maniera esaustiva solo in una parte degli schieramenti, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle; Liberi e Uguali e Potere al Popolo, mentre nello schieramento di centrodestra si registrava il non pervenuto al punto che, Arturo Diaconale di Forza Italia, intervenuto all’appuntamento del Coordinamento Free sul rapporto tra rinnovabili e politica del 19 febbraio, ha fatto una netta autocritica sulla «distanza o in alcuni casi il disinteresse del centrodestra verso questi temi».

«Non abbiamo un responsabile energia in Forza Italia, ma queste tematiche sono da affrontare». E se questa era la situazione dei programmi sull’agenda della campagna elettorale è andata ancora peggio. In tutte le discussioni, in piazza o sui media, ambiente ed energia non sono stati affrontati e di sicuro non erano tra i trend topic dei social network. Ma c’è di più.

A un certo punto è sparita anche la tematica del lavoro, sommersa da uno tsunami di improbabili proposte su riduzioni di tasse varie e assortite e una discussione sul fascismo innescata dalla sparatoria anti immigrati di Macerata. Unica eccezione, la proposta sul salario minimo garantito da parte del M5S. Ma torniamo ad ambiente ed energia.

Una possibile risposta al fatto che non fossero presenti può essere data dalla presunta complessità della comunicazione di questi temi o dallo scarso interesse che manifesterebbero gli elettori. In realtà si tratta di un circolo vizioso al quale si dovrebbe aggiungere un altro elemento. Quello della pericolosità, in campagna elettorale di questi concetti. Tematiche come il clima, per esempio, che sembrano di carattere globale in realtà, quando si scende nel dettaglio, diventano un terreno scivoloso per la politica.

Da un lato, il dissesto idrogeologico non controllato del Paese mette immediatamente la mancanza di prevenzione e il fatto che quest’ultima, se realizzata, diventa immediatamente un vincolo sotto il profilo urbanistico e dall’altro, mentre provvedimenti antinquinamento essenziali come il divieto alla circolazione nel centro storico di Roma dei diesel di ogni categoria annunciato dal Sindaco Raggi per il 2024, provocano immediatamente reazioni sui social che la politica sotto elezioni preferisce non affrontare.

E che dire dell’agenda mediatica che non ha influenzato per niente quella politica? Anche sui media ambiente ed energia, in relazione alla campagna elettorale, sono spariti senza lasciare traccia. Tutto ciò non è un indicatore positivo. Se già in precedenza erano relegati in un angolo sia dalla politica sia dai media, dopo questa campagna elettorale non c’è da aspettarsi molto di più.

Il 2018 è un anno critico per l’Italia poiché dovrebbe arrivare il cosiddetto “Winter package” che contiene tutte le normative che regoleranno, per i prossimi dieci anni nell’Unione Europea, il mondo delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e del clima, nelle quali ci sono temi, come le comunità energetiche, che pur essendo per il nostro Paese un’esperienza inedita, si sono guadagnate solo qualche citazione in alcuni programmi elettorali.

Non c’è da stupirsi. Sebbene in Italia ci sia oltre mezzo milione di piccoli impianti fotovoltaici, da anni questa comunità di cittadini rinnovabili stimata in oltre un milione di persone, gode di scarsa attenzione da parte della politica.


Per saperne di più vai al mio Personal Position Paper sull’informazione ambientale

Pubblicato su QualEnergia numero 2 2018


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