Arrivano in Italia i fondi di equity per l’efficienza energetica. Con una dotazione di 86 milioni di euro è partito in questi giorni il Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica (Fiee) che è il primo fondo di equity del Bel Paese ad essere dedicato solo ed esclusivamente ai progetti d’investimento nel settore dell’efficienza energetica.
Si tratta di una realtà, quella dei fondi di equity finalizzati all’efficienza energetica, già presente da alcun anni sui mercati esteri, specialmente in ambito anglosassone, ma che fino a oggi non erano stati utilizzati in Italia, nonostante il settore dell’efficienza energetica goda, da noi, di incentivi interessanti che riguardano sia il settore pubblico, sia quello privato, come per esempio il Conto energia termico 2.0 entrato in funzione nei mesi scorsi e che prevede flussi di cassa erogati rapidamente.
Particolarmente appetibili, quindi, a investitori che puntano sul breve periodo. Il fondo, infatti,avrà una durata massima di dodici anni.
Il Consiglio d’amministrazione del Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica ha accettato impegni di sottoscrizione di quote del Fondo per un importo complessivo di circa 100 milioni di euro, di cui 86 milioni attivabili al primo closing e per la restante parte subordinati al rispetto dei limiti di concentrazione previsti da alcuni investitori.
«Ci eravamo posti l’obiettivo di raggiungere impegni di sottoscrizione per 50 milioni di euro entro l’estate. ha commentato detto Raffaele Mellone – La tempistica è stata accelerata al fine di poter cogliere in modo piú tempestivo le numerose opportunitá d’investimento che si sono presentate. Siamo quindi molto soddisfatti di aver raccolto impegni per circa 100 milioni di euro, pari al doppio di quanto ci eravamo prefissati».
Il presidente di Fiee è Raffaele Mellone, ex managing director di Merrill Lynch, mentre l’Amministratore delegato è Andrea Marano, già dirigente di Enel, e tra i promotori ci sono Lamse S.p.A. (holding di partecipazioni di Andrea e Anna Agnelli), Fulvio Conti, ex amministratore delegato di Enel, e Maurizio Cereda, in precedenza vice direttore generale e consigliere di Mediobanca. I promotori hanno assunto un impegno finanziario nell’iniziativa di cinque milioni di euro.
«Stiamo riscontrando un interesse molto forte da parte di altri grandi investitori istituzionali italiani, alcuni dei quali stanno completando la fase di due diligence. Contiamo di raggiungere il traguardo finale di impegni di sottoscrizione per complessivi 150 milioni di euro entro la fine del 2016. – ha aggiunto l’Amministratore delegato di FIEE Andrea Marano – Anche sul lato investimenti abbiamo proseguito nell’attivitá di scouting, rafforzando ulteriormente la pipeline di opportunitá con l’obiettivo di dare avvio all’attivitá di investimento giá in autunno. I principali progetti analizzati finora riguardano interventi di efficienza energetica nell’illuminazione, nella cogenerazione e nei processi industriali».
Gli amministratori del fondo stimano che ci sia un mercato di grandi dimensioni, 60 miliardi di euro al 2020, caratterizzati da una forte crescita, oltre il 30% l’anno nei prossimi cinque anni,. I ritorni dovrebbero essere di circa il 10-12%, con un ricorso limitato alla leva finanziaria, per investimenti della durata limitata a circa sei anni.
I settori d’intervento del fondo saranno: l’efficienza energetica degli impianti d’illuminazione delle aziende private; illuminazione pubblica stradale e semaforica; gli impianti in assetto co-generativo e tri-generativo alimentati a gas, fonti rinnovabili, biogas, syngas; le reti di teleriscaldamento e raffreddamento, anche da fonte rinnovabile; l’efficienza energetica nei processi e negli impianti di aziende industriali.
Una nota in conclusione è d’obbligo. Il Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica, infatti, è promosso e gestito da persone che hanno una consolidata esperienza passata nei settori dell’economia tradizionale, Fulvio Conti, da amministratore delegato di Enel fu un forte sostenitore dell’energia nucleare in Italia. E ora arrivano con un fondo d’investimento fondato sull’efficienza e, in parte, sulle rinnovabili. Forse tutto ciò è un segnale forte circa l’affidabilità di questi nuovi settori, considerati fino a poco tempo fa marginali.
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