Il Consorzio Comieco è l’attore storico della raccolta della carta da macero. Il suo direttore generale Carlo Montalbetti ci spiega come il riciclo si è sviluppato in Italia e svela le prossime strategie del Consorzio.
Come si è arrivati a percentuali così alte del riciclo della carta in Italia?
Grazie a due questioni centrali e sinergiche. La prima è stata la necessità di superare lo smaltimento in discarica dei rifiuti, per il quale l’Italia era maglia nera in Europa. La seconda è legata alla domanda di materiale: il nostro paese è ‘ricco di boschi poveri’ e l’industria della carta, nei secoli, ha dovuto orientarsi prima sugli stracci, poi sugli scarti agricoli e quindi dagli anni ’50 sul macero della carta. Ma non è stato sufficiente. Nel settore degli imballaggi fino al 2005 abbiamo importato macero dall’estero per 1,2 milioni di tonnellate. Poi, con l’aumento della raccolta differenziata, abbiamo annullato questa quota e ora siamo esportatori di macero.
Ci sono ancora dei margini di miglioramento?
Sì. Stimiamo che ci siano almeno 500.000 tonnellate di fibra cellulosica nei rifiuti urbani che possono ancora essere intercettate. Le aree dove si può fare ciò sono di sicuro Roma e una buona parte del Sud Italia, al quale ora dedichiamo le nostre attenzioni.
Come?
Abbiamo varato un piano straordinario per il Sud che prevede interventi anche economici da parte nostra. Per la prima volta investiamo 7 milioni di euro per aiutare i Comuni del Sud per arrivare a un sistema di raccolta efficiente. Una cifra che si aggiunge al contributo nazionale che è di 100 milioni l’anno. Bisogna considerare però che al Sud ci sono anche esempi positivi: Bari, per esempio, ha una raccolta della carta di 68 kg annui per abitante, comparabile con quella di Milano.
Info: www.comieco.org
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