Reddito da energia: rinnovabile

La Regione Puglia approva la legge sul Reddito energetico regionale dalle rinnovabili. Un passo per combattere la povertà energetica

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Il Consiglio regionale della Puglia, per la prima volta in Italia, ha approvato all’unanimità la legge sul Reddito energetico regionale. Si tratta di una proposta di Antonio Trevisi (M5S) che è anche il primo firmatario e che possiede uno stanziamento di 5,6 milioni di euro per il 2019. La legge prevede che la Regione Puglia acquisti e metta a disposizione impianti fotovoltaici da installare sui tetti delle abitazioni delle persone disagiate o dei condomini, in comodato d’uso, come misura di contrasto alla povertà e di sviluppo delle energie rinnovabili. Si tratta di un’iniziativa è stata sperimentata in precedenza con successo dal Comune di Porto Torres (Sassari), ma che per la prima volta viene adottata da una regione.

Grazie all’energia autoprodotta, si possono abbattere i costi della bolletta elettrica. Ora si attende il regolamento di accesso al Reddito energetico, con i criteri di selezione dei beneficiari per favorire i nuclei in stato di indigenza, i più numerosi e le giovani coppie., mentre per le utenze condominiali, saranno previsti punteggi in base a diversi criteri, come il numero di appartamenti ad uso residenziale presenti nell’edificio.

«Mi complimento con i consiglieri regionali pugliesi per aver dato prova della loro responsabilitá e sensibilitá verso l’Ambiente e i cambiamenti climatici, approvando all’unanimitá la legge per l’istituzione del reddito energetico regionale proposto dal M5S. – ha commentato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa da New York, dove è in corso il meeting Onu sull’Agenda 2030 – Una legge che sposa a pieno il Programma Ambiente del Governo e che mi auguro venga presa da esempio anche dalle altre regioni italiane. Finalmente i contributi per le energie rinnovabili andranno al servizio delle utenze domestiche, favorendo soprattutto i cittadini meno abbienti. Una misura che mi piace particolarmente perchè coniuga equitá e giustizia sociale alla mitigazione dell’impatto ambientale delle famiglie».

L’energia autoprodotta potrà essere consumata dai beneficiari e quella non utilizzata sarà immessa in rete, mediante il contratto di scambio tra i singoli e il GSE (Gestore dei servizi energetici), ma è alla Regione che verrà attribuito il diritto di percepire dal GSE il contributo in conto scambio, che andrà a incrementae il fondo di rotazione per i nuovi impianti fotovoltaici.

Per acquisto e installazione degli impianti, per la manutenzione straordinaria, il telecontrollo e la raccolta dati di produzione e consumo, si procederà con bandi pubblici, con oneri a carico della Regione. Nessun onere invece sarà dovuto dai beneficiari del Reddito energetico, ad eccezione delle spese di manutenzione ordinaria e dell’eventuale facoltà di riscatto e obblighi risarcitori in caso di decadenza dal beneficio.

Tra l’altro, saranno premiati gli utenti che interverranno per la rimozione dell’amianto dai tetti, precisa in una nota il consigliere Trevisi, che aggiunge: «La Puglia è la regione che brucia più carbone in Italia: oltre il 40% del consumo nazionale viene usato in una fascia di 70 km tra Brindisi e Taranto. Le fonti rinnovabili e la generazione distribuita sono l’unica vera prospettiva di liberazione dalle fonti fossili».

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