Premiare chi facilita il riuso e riduce i rifiuti. E’ questo in estrema sintesi il senso della proposta di legge nazionale fatta da dai deputati del PD Piergiorgio Carrescia, delle Marche, e Anna Rossomando, del Piemonte, che sono due regioni nelle quali questo sistema è già utilizzato in modi diversi e che dovrebbe essere trasversale a livello politico visto che la sindaca di Torino Chiara Appendino, M5S, lo ha confermato per la sua città.
La legge vuole istituire un registro nazionale delle reti del riuso, come i mercatini dell’usato e le associazioni e i privati e così calcolare l’impronta ecologico-climatica di ogni singola cosa che si riusa, in termini di energia consumata e CO2 emessa e far avere al cittadino virtuoso una riduzione sulla tariffa dei rifiuti.
Il sistema è virtuoso sotto a tutti gli aspetti. Si possono ridurre i volumi dei rifiuti da trattare, e quindi i costi per gli enti locali e gli impatti ambientali, incrementano il riutilizzo, inoltre si possono generare nuovi posti di lavoro, nuova fiscalitá, ricchezza e sviluppo locale.
Sará istituito al ministero dell’Ambiente il Registro nazionale delle reti del riuso, prevede la proposta di legge, che comprende la Rete degli operatori privati del riuso e la Rete dei centri comunali del riuso, costituendo così una “rete accreditata”.
Gli operatori dovranno disporre di un calcolo della riduzione dell’impatto ambientale associato al riutilizzo del bene ricevuto dal cittadino, anche gratuitamente, per la vendita.
Una volta certificati i quantitativi di merce ricevuti, e quindi il valore della CO2 equivalente evitata, incrociando il codice fiscale con quello della Tari si ridurrá l’importo.
In questa maniera il calcolo dell’impronta ecologica associato all’oggetto, quindi del potenziale benefico del suo riuso, si tradurrá in uno sconto della Tari (Tassa rifiuti) ai cittadini che conferiscono i loro rifiuti-non rifiuti alle reti accreditate.
Premiando il comportamento virtuoso. Si realizza così anche il criterio di tariffazione puntuale della produzione di rifiuti che è il vero punto di svolta per il sistema dei rifiuti.
La premialitá che sará decisa dal Comune si potrá applicare sia al cittadino, sia all’attività che riceve la “mancata” immondizia.
In Italia sono circa 100mila le persone che lavorano nel settore dell’usato, con un giro d’affari da 18 miliardi.E si trattano tra le 350mila e le 570mila tonnellate di questi “non – rifiuti”. Un italiano su due, secondo la rete degli Operatori nazionali dell’usato, ha acquistato negli ultimi sei mesi un oggetto usato.
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