Rinnovabili positive

L'energia da fonti rinnovabili costa meno di quella fossile. E il saldo positivo in Italia è tra i 30 e i 100 miliardi

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24 maggio 2016. Produrre energia utilizzando le fonti fossili costa di più rispetto alla produzione da fonti rinnovabili. E questo se guarda il tutto con le prospettive, ormai purtroppo evidenti, della esternalità negative che carbone, petrolio e gas producono come cambiamenti climatici e inquinamento atmosferico con tutti i gravi danni alla salute che ne conseguono. Le rinnovabili, quindi, non rappresentano un costo per il Paese. Anzi il saldo attualizzato tra i costi e i benefici del sostegno alle rinnovabili è positivo tra i 30 e i 100 miliardi, senza contare i vantaggi per la salute e per l’ambiente. Questo è ciò che emerge dalla ricerca “Il Global Cost dell’energia e gli effetti dello sviluppo delle rinnovabili” realizzata da Althesys e presentata a Roma in occasione del convegno “Cop21: cosa deve cambiare nella politica energetica italiana“, organizzato da assoRinnovabili.

Il mondo energetico, del resto, ora è in un profondo cambiamento sia per quanto riguarda lo scenario economico sia quello della produzione d’energia. basti pensare che lo scorso anno il 90% delle risorse in nuova generazione elettrica sono state investite in rinnovabili, con una spesa di circa 329 miliardi di dollari. Volendo rimanere dentro i nostri confini lo scenario della produzione è mutato in maniera radicale. Venti anni fa l’elettricità in Italia veniva prodotta in 3.000 grandi impianti, oggi in 700mila piccoli e medi, con il fotovoltaico che fa la parte del leone. Le rinnovabili, quindi, sono la prima fonte per quanto riguarda la nuova capacità, mentre lo scenario relativo ai costi delle nuove fonti è in discesa, visto che aumentano le capacità di scala.

Durante l’appuntamento sono state proposte tre azioni per ridurre la CO2 e rilanciare l’industria europea: Ets, Bat, emissioni in etichetta. La prima prevede il rafforzamento dell’attuale Emission Trading Scheme (Ets) con l’introduzione di un prezzo minimo di almeno 20 euro tonnnelata di CO2 destinato a crescere progressivamente, così come già fatto nel Regno Unito e in Francia. La seconda consiste nell’introduzione di una Border Adjustment Tax (Bat) sui beni e servizi importati in Europa, basata solo sulle emissioni derivanti dall’energia impiegata nelle attività di produzione e distribuzione degli stessi, mentre la terza prevede l’obbligo per tutti i prodotti venduti in Europa di indicare sull’etichetta il carbonio emesso per la loro produzione e per il loro funzionamento, cosa che consentirebbe la promozione del consumo di prodotti maggiormente ecosostenibili. Serve, quindi, secondo assoRinnovabili, un deciso cambio di passo nella politica energetica che punti con decisione sulle energie rinnovabili e che consenta all’Italia, a sei mesi di distanza dalla Cop21, di rispettare gli accordi sul clima assunti nel corso del summit parigino.

«Il sorpasso delle rinnovabili sulle fossili è già una realtà – ha detto Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili – sono economicamente competitive, hanno un costo sociale nullo, creano occupazione e hanno le potenzialità per far tornare l’Italia tra i protagonisti della scena energetica e tecnologica europea. Purtroppo nell’ultimo triennio non abbiamo visto provvedimenti del Governo coerenti con questi dati. Non c’è tempo da perdere: Cop21 è stata firmata, ora dobbiamo attuarla». Meno netto e determinato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che ha ricordato come «l’intesa globale sul clima non sia un punto d’arrivo ma il punto di partenza. Come Paese dobbiamo incidere sempre di più nelle scelte europee – ha proseguito il ministro – e dobbiamo fare in modo che il recepimento di Cop21 avvenga nel più breve tempo possibile. Dobbiamo poi continuare a investire sulle rinnovabili anche semplificando il sistema, ma non ritengo però che l’Italia possa fare fughe in avanti sul tema del carbon pricing».

Nel corso dell’appuntamento Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha presentato una sintesi dello studio “La svolta dopo l’Accordo di Parigi – Italy Climate Report 2016”, mentre Guido Saracco dell’Istituto Italiano di Tecnologia ha approfondito il tema della “CO2 come opportunità: la ricerca italiana per un futuro sostenibile”.

Tutte le presentazioni sono disponibili sul sito assorinnovabili.it.

Questo articolo è stato pubblicato su Tekneco.

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