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SERGIO FERRARIS
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QUANDO IL FOTONE E' ECOLOGICO
EsposizioneLa tutela ambientale da parte delle aziende fotografiche esiste ed è efficace. Si tratta però di un aspetto della fotografia poco noto al grande pubblico, eppure alcune buone pratiche potrebbero essere travasate con successo in altri comparti. Il caso di Nikon

L’industria fotografica, vista la stretta attinenza con quella metallurgica e chimica è stata spesso, in passato, assimilata ai settori più energivori e inquinanti. Una delle industrie più problematiche del settore, per esempio, fu la tedesca Orwo, grande produttrice di pellicole, carte sensibili e sviluppi, che dopo il crollo della Cortina di Ferro si rivelò essere una dei protagonisti dell’inquinamento chimico dell’Ex Germania Est. Oggi l’aumento della coscienza ambientale da parte dei consumatori, una maggiore responsabilità socioambientale da parte delle aziende e la scoperta che la tutela degli ecosistemi può essere una potente leva di marketing, ha portato i settori più avanzati dell’industria sui giusti binari della sostenibilità ambientale. Si tratta di un percorso che le aziende più attente hanno iniziato con coscienza e decisione e anche con una buona dose di consapevolezza che nell’attuazione di questi processi è necessaria una buona dose di trasparenza. L’accesso rapido all’informazione e alle fonti dirette da parte dei cittadini, anche grazie a internet, infatti, non permette di compiere operazioni che siano solo di facciata e sempre più spesso le rare aziende che tentano di “truccare” le carte sul fronte ambientale pagano care, in termini di immagine, queste scelte.

Sviluppo sostenibile
Nel settore fotografico la sensibilità ambientale esiste ma è poco nota al grande pubblico, anche perché l’impatto complessivo del comparto sull’ecosistema è minore di quello di altri segmenti produttivi, come per esempio il caso dell’industria automobilistica e degli elettrodomestici. Nonostante ciò fin dal 1992 una grande casa fotografica come Nikon ha adottato delle linee guida in materia di gestione ambientale. È di quell’anno, infatti, il documento che si articola in sette principali punti nei quali il costruttore del Sol Levante dichiara che:

  • si incrementerà la riduzione degli sprechi, il riutilizzo, il riciclo, l’efficienza energetica e una accorta gestione dei rifiuti non più utilizzabili;
  • si svilupperà una pianificazione delle revisioni ambientali e di sicurezza al fine di creare prodotti ad alta compatibilità ambientale;
  • si minimizzeranno i carichi ambientali di ogni fase di produzione all’interno dei processi;
  • si ridurrà al minimo l’utilizzo di sostanze nocive, studiando le metodologie per eliminarle del tutto;
  • si seguiranno in maniera attenta sia le legislazioni nazionali, sia quelle internazionali in materia di protezione ambientale;
  • verranno creati programmi di educazione ambientale sia per i dipendenti, sia per altri soggetti coinvolti nella filiera di prodotto;
  • saranno forniti alle compagnie dell’indotto e ai fornitori delle linee guida in materia ambientale per fa si che tutta la filiera di prodotto sia eco-compatibile.

Percorso ecologico
Queste le linee guida sono state revisionate negli anni successivi fino ad arrivare, nell’anno 2005, a una serie di buone pratiche che si pongono degli obiettivi molto concreti. Entro il 2007 Nikon si pone l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica, nei nuovi prodotti, del 30%. L’azienda utilizza i vetri ecologici nel 100% dei prodotti commerciali dal 2005, ha raggiunto la percentuale del 50% in quelli industriali e porterà questa percentuale al 96% nel 2007. Ha intrapreso un percorso che la porterà rapidamente, entro il 2007 a bandire il piombo dalla produzione. Già oggi il 100% dei circuiti stampati nei prodotti commerciali e il 50% di quelli industriali fanno a meno di questo metallo. Altre sostanze problematiche come il cromo esavalente, il cadmio, il mercurio, il Pbb, il Pbde e il cloro polivinilico sono stati eliminati dei prodotti di consumo. Per ciò che riguarda gli idrofluorocarburi impiegati nei processi di produzione dei circuiti intergrati e dei monitor Lcd, come refrigeranti l’eliminazione è prevista entro il 2007.
Su un fronte importante come quello dei rifiuti domestici l’obiettivo che si pone l’azienda è quello di ridurre contenitori e imballaggi del 30% entro il 2007 rispetto al 2003.

Buon clima in azienda
Tutto ciò produrrà un abbattimento del 30% dell’emissione di gas serra entro il 2007, sulla base di quelli emessi nel 2002 e un’ulteriore riduzione del 25% è prevista entro il 2011, andando ben oltre gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto. Ma l’azione di Nikon non è rivolta solo all’interno dell’azienda. L’adozione di buone pratiche ambientali da parte della capofila della filiera, infatti, impone l’acquisizione di queste pratiche anche all’indotto industriale. Dal 2005, infatti, le principali consociate hanno ridotto a zero le emissioni, mentre i rifiuti sono diminuiti del 30% e i solventi organici clorati per il lavaggio saranno banditi dalle aziende fornitrici alla fine del 2006. Ma la vera leva per imporre comportamenti virtuosi e ambientalmente sostenibili da parte di Nikon ai propri fornitori è rappresentata dagli “acquisti verdi”. Ponendosi l’obiettivo di raggiungere entro il 2007 l’85% di “acquisti verdi” l’azienda ha creato i presupposti reali per una diffusione generalizzata di comportamenti ambientalmente sostenibili. Non è possibile, infatti, raggiungere gli obiettivi che Nikon desidera raggiungere se i semilavorati e le materie prime non ottemperano alle stesse specifiche di compatibilità ambientale. In questo senso le azioni dell’azienda vanno oltre ai confini degli stabilimenti e creano un indotto fatto di tutela ambientale e di sostenibilità che si allarga ai fornitori e a tutta la filiera dei materiali impiegati con benefici ambientali che si allargano a “macchia d’olio”,tutelando meglio il nostro Pianeta.

Sergio Ferraris (Francesco Del Conte)


L'articolo è stato pubblicato sulla rivista FotoCult

 

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