Sul Tav, per Impact, magazine on line dedicato alle questioni ambientali, di Startupitalia ho realizzato due interviste ad , Anna Donati, ex deputato e senatore dei Verdi negli anni passati e assessore alla mobilità di diversi enti locali che ha spiegato le ragioni dei No alla Torino Lione e a Daniele Borioli, ex senatore Pd, componente della Commissione Lavori Pubblici e Trasporti del Senato ed ex Assessore Regionale ai Trasporti della Regione Piemonte che mi ha raccontato le ragioni dei Si alla Torino Lione.
Ho ottenuto due interviste di valore, non urlate, dove vengono resi noti problemi, prospettate soluzioni e tracciate visioni relative a tutto cià che gira attorno al cantiere della controversa opera in Val di Susa. Un vero e proprio cassetto degli attrezzi per coloro che vogliano capire e farsi un’opinione sulla realizzazione, o sull’abbandono, dell’infrastruttura. Le due interviste sono raggruppate in questa pagina di snodo per facilitare la lettura di entrambe. Ringrazio Carlo Terzano, curatore di Impact, per avermi dato l’opportunità di realizzare due articoli che considero a pieno titolo “giornalismo di servizio”. Al servizio dell’informazione e della conoscenza. A voi.
Oltre il TAV, senza il TAV. Le ragioni di chi non vuole l’opera.
Parla Anna Donati
TAV sì o no? Le ragioni di chi vuole l’opera Parla Daniele Borioli
StartupItalia: Cosa rappresenta il Tav?
Anna Donati: «Bisogna fare un poco di storia. Il Tav parte sul modello francese nei primi anni ’90 ed era solo per i passeggeri veloci di lunga percorrenza. Visto che l’Italia è un paese morfologicamente “stretto e lungo” il Tav poteva avere un senso sia per i passeggeri, sia per le merci. E questo anche per il Tav in Val di Susa, che è il primo cambio di paradigma, come per il Valico, dove il tema dominante diventano le merci. Anche perché, in proporzione, la maggior parte dei cittadini si muove solo su tratte brevi, quelle del pendolarismo e non su quelle lunghe, tanto meno internazionali. E quindi la tratta Tav Torino-Lione viene invocata molto per le merci».
Daniele Borioli: «Si tratta soprattutto di due cose. La prima l’esigenza di un ammodernamento infrastrutturale in grado di mettere più merci sul ferro spostandone quote rilevanti dalla gomma che è più inquinante e pericolosa, visto che le nostre strade sono piene di pezzi pesanti che hanno maggiore impatto in termini di inquinamento, di incidentalità e di usura delle arterie stradali. La seconda è collegare il Piemonte e il Nord Ovest a una rete di grandi strade ferrate di comunicazione che connettano la nostra Regione, al Nord Ovest europeo. Ciò significa stare in Europa, costituire uno spazio di coesione europeo e guardare a un modello di sviluppo meno inquinante».
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